segunda-feira, 3 de dezembro de 2012

Pesquisa indica que vulcões de Vênus estão em atividade

Estudo analisou volume de dióxido de enxofre na atmosfera do planeta.
Dados geológicos já apontavam para este hipótese.

Do G1, em São Paulo

Concepção artística de um vulcão em atividade em Vênus (Foto: ESA/AOES) 
Concepção artística de um vulcão em atividade em Vênus 
(Foto: ESA/AOES)
 
Um estudo publicado neste domingo (2) aponta que Vênus possa ter vulcões ativos em sua superfície. Já se sabia que o planeta tinha vulcões, mas a conclusão de que eles estão ativos vem da análise de dados sobre a atmosfera do planeta, especialmente em relação à concentração de dióxido de enxofre na atmosfera.

Na Terra, praticamente todo o dióxido de enxofre presente na atmosfera provém das erupções vulcânicas. A atmosfera de Vênus tem um volume deste gás mais de um milhão de vezes acima do que é encontrado na Terra.

A sonda Venus Express, da Agência Espacial Europeia (ESA, na sigla em inglês), registrou, desde sua chegada à órbita do planeta, em 2006, grandes variações na quantidade desse gás. A variação seria explicada pelas erupções, que não acontecem em volume constante.

Quando o dióxido de enxofre chega ao topo da atmosfera, após passar por densas nuvens, é destruído pela luz do Sol. Portanto, o gás encontrado no local seria proveniente de erupções ocorridas nos últimos dias.

Além disso, a sonda europeia encontrou evidências geológicas da atividade vulcânica. Foram encontradas rochas de formação geologicamente recente – menos de um milhão de anos –, que indicam a influência da lava na superfície.

A pesquisa foi liderada por Emmanuel Marcq, da Universidade de Versalhes-Saint Quentin, na França, e publicada pela revista "Nature Geoscience".

Astrônoma flagra raríssimo 'arco-íris de fogo' em Itanhaém, SP

Fenômeno é extremamente raro e é formado de jeito diferenciado.
Meire Santos também registrou um halo solar neste domingo (2).


Arco-íris de fogo em Itanhaém, SP (Foto: Meire Ruiz Santos/VC no G1) 
Arco-íris de fogo foi flagrado em Itanhaém por astrônoma 
(Foto: Meire Ruiz Santos/VC no G1)
 
Uma astrônoma amadora de Itanhaém, no litoral de São Paulo, flagrou um dos mais raros fenômenos da natureza. Meire Ruiz Santos, que há três anos observa o céu e se informa em sites especializados sobre o calendário dos fenômenos, conseguiu fazer imagens de um arco-íris de fogo. A internauta enviou as fotos por meio da ferramenta colaborativa VC no G1.

Arco-íris de fogo em Itanhaém, SP (Foto: Meire Ruiz Santos/VC no G1) 
Arco-íris de fogo foi ressaltado com filtros pela
imprensa especializada (Foto: Meire Ruiz/VC no G1)
 
Segundo a astrônoma amadora, o arco-íris de fogo, também conhecido como arco-íris horizontal, se diferencia dos fenômenos em forma de arco durante a formação, já que é gerado pela refração de cristais de gelo, ao invés de gotículas de água líquida. O arco-íris horizontal enviado por Meire foi fotografado no final de outubro.

Na tarde deste domingo (2), Meire conseguiu outra foto. Desta vez, a astrônoma fotografou um grande halo solar. Ela conta que estava em uma rede social quando um amigo postou que estava visualizando o fenômeno. "Eu saí, vi e fiz uma foto para postar na internet. Logo em seguida um amigo de Portugal viu que o fenômeno estava acontecendo por lá também", conta.

O fenômeno do halo solar é relativamente comum e natural. Ele ocorre quando há cristais de gelo na atmosfera e a luz do sol os atravessa. A luz é refletida e refratada pelos cristais de gelo e pode se dividir em cores, ficando semelhante ao arco-íris. Às vezes é possível ver halos ao redor da Lua e, neste caso, o fenômeno recebe o nome de halo lunar.



Halo solar foi visto na tarde deste domingo em Itanhaém, SP (Foto: Meire Ruiz Santos/VC no G1) 
Halo solar foi visto na tarde deste domingo em Itanhaém, SP (Foto: Meire Ruiz Santos/VC no G1)

La Stazione Spaziale saluta il Sole


Il Sole sorge dietro la Stazione Spaziale Internazionale (fonte: NASA/ESA) 
Il Sole sorge dietro la Stazione Spaziale Internazionale
 (fonte: NASA/ESA)
 
Il primo dicembre la Stazione Spaziale Internazionale sarà ruotata per guardare il Sole: la complessa manovra servirà per posizionare al meglio l'osservatorio Solar e monitorare così un'intera rotazione della nostra stella. Lo ha reso noto l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) spiegando inoltre che si tratta della prima volta che ricorre alla modifica dell'assetto della stazione orbitale per motivi puramente scientifici.

''Vogliamo registrare una rotazione completa del Sole e per far ciò occorrono 25 giorni'', ha spiegato Nadia This, una delle responsabili del controllo di Solar (Solar Monitoring Observatory). Per prendere questi dati è però necessario che gli strumenti di Solar siano rivolti direttamente verso il Sole, ma ogni mese la normale orbita della Stazione Spaziale ne oscura la vista per due settimane. E' stato quindi deciso di ruotare l'intera stazione, ma la manovra che comporta lo spostamento delle 450 tonnellate della stazione orbitale non è un impresa semplice. Già a partire dal 19 novembre Solar ha iniziato a registrare una rotazione completa del Sole, ma per poter completare la scansione è necessario un cambiamento dirotta della Stazione Spaziale.

L'inizio della manovra è previsto per il primo dicembre e per ruotare dei circa 7 gradi necessari la stazione impiegherà circa due ore. La nuova angolazione sarà mantenuta per dieci giorni prima di tornare all'assetto originale. Le osservazioni di Solar, una serie di strumenti per lo studio del Sole, stanno migliorando la conoscenza di alcuni aspetti della nostra stella, permettendo di creare modelli più accurati e di predirne il comportamento. Recentemente il ciclo solare di undici anni ha mostrato delle irregolarità e, in vista del prossimo picco di attività previsto per il 2013, i dati di Solar sono sono attesi con particolare interesse.
Installato nel febbraio 2008 sulla Stazione Spaziale, all'esterno del modulo Columbus, Solar si prepara a festeggiare cinque anni di attività. ''E' una conquista – ha commentato This – perchè lo strumento era stato progettato per lavorare soltanto 18 mesi''.


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Dia do Astrônomo


'Addobbi' celesti nel cielo di dicembre

 Luna e Venere nel cielo di dicembre (fonte: Marco Meniero, http://www.meniero.it/)  
Luna e Venere nel cielo di dicembre 
(fonte: Marco Meniero, http://www.meniero.it/)
 
Il cielo di dicembre sarà addobbato come uno sterminato albero di Natale, illuminato da una cascata di pianeti, una pioggia di meteore e infine dall'atteso asteroide Toutatis, che lo attraverserà come un gigantesco festone. A ricordare gli appuntamenti principali per gli appassionati col naso all'insù sono gli esperti dell'Unione astrofili italiani (Uai).

Giove sarà l'astro più brillante del cielo per tutto il mese: il 3 dicembre raggiungerà l'opposizione restando visibile dal tramonto fino all'alba per l'intera notte. A fargli compagnia, a partire dal 2 dicembre e fino a metà mese, ci sarà una cascata di pianeti che illuminerà le prime ore del mattino: sopra l'orizzonte orientale sarà possibile osservare Venere, seguita da Saturno e Mercurio. Nelle mattine del 10, 11 e 12 dicembre il 'trio' planetario sarà accompagnato anche da una sottile falce di Luna.

Proprio la Luna offrirà un curioso spettacolo nella notte tra il 3 e il 4 dicembre: poco dopo la mezzanotte occulterà la visione delle stelle dell'ammasso aperto M67 nel Cancro.

Per i cacciatori di stelle cadenti l'appuntamento è invece per la notte di Santa Lucia. Proprio il 13 dicembre, infatti, si avrà il picco delle Geminidi, la cui pioggia (visibile dal 10 al 15 dicembre) sarà comparabile per quantità e brillantezza a quella delle Perseidi di agosto.

''Le circostanze con cui potremo osservarle quest'anno sono parecchio favorevoli - spiegano gli esperti della Uai - dato che non ci sarà il disturbo della Luna e che la maggior frequenza dovrebbe verificarsi verso la mattina. Si potranno quindi ottenere le osservazioni più utili soprattutto dalla mezzanotte all'alba, quando il radiante sarà più alto sopra l'orizzonte. Le vedremo irradiarsi da un'area poco a nord-ovest di Castore, in numero maggiore prima del massimo, anche se meno luminose''.

Nella notte tra il 20 e il 21 dicembre, dopo la mezzanotte, sarà bene tenere sotto controllo anche l'attività delle Ursidi, originate dalla cometa 1856 Tuttle, che potranno mostrare imprevisti aumenti della loro frequenza.

L'evento piu' atteso del mese sarà però il ritorno dell'asteroide Toutatis in uno dei suoi passaggi più ravvicinati. Questo corpo celeste passerà a 6,9 milioni di chilometri dalla Terra l'11 e il 12 dicembre. Il suo passaggio così a breve distanza lo renderà un oggetto molto interessante: osservandolo al telescopio, sarà possibile apprezzarne il movimento tra le stelle.

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