terça-feira, 3 de dezembro de 2013

Un tris di comete illumina il Natale

La cometa Lovejoy  (C/2013 R1), fotografata il 13 novembre 2013 (fonte: BG!) 
 La cometa Lovejoy (C/2013 R1), fotografata il 13 novembre 2013 (fonte: BG!)
 
 
Potrebbero essere tre le comete che illumineranno le prossime feste di Natale: Ison, la cometa 'zombie' che sta tenendo tutti col fiato sospeso dopo il suo passaggio ravvicinato al Sole, la cometa Lovejoy e la più defilata cometa Linear.

Saranno loro, rileva l'Unione astrofili italiani (Uai), che a cavallo del 20 dicembre dovrebbero incontrarsi in uno spicchio del cielo e occupare quasi tutta la scena, relegando in secondo piano Giove, Venere e le stelle cadenti Geminidi.

Tutti i riflettori rimangono puntati su quel che resta di Ison, la cometa che sta facendo penare gli appassionati con continui colpi di scena. Se dovessero essere confermate le previsioni infauste sul suo destino, nessun problema: lo spettacolo sarà comunque assicurato dalle sue due 'colleghe' Lovejoy e Linear.

''Se non fosse oscurata dalla Ison, staremo tutti parlando della cometa Lovejoy'', ricordano gli esperti della Uai. ''A inizio dicembre - aggiungono - la osserveremo al massimo della sua brillantezza, forse addirittura di quarta magnitudine. Pur essendo attesa al perielio il 22 dicembre, nel corso del mese si allontanerà man mano dalla Terra calando probabilmente in modo leggero di luminosità. Per le prime due decadi del mese sarà osservabile sia dopo il tramonto che prima dell'alba, anche se al mattino risulterà decisamente più alta in cielo. Nell'ultima parte di dicembre la troveremo più bassa, praticamente inosservabile alla sera ma ancora discretamente alta al mattino''.

Un po' più defilata sarà invece la cometa Linear che, dopo l'improvviso aumento di luminosità (outburst) avvenuto in ottobre, sembra essere tornata un po' nell'anonimato. ''A dicembre, ma anche successivamente, sarà interessante continuare a seguirla - dice la Uai - soprattutto perché potrebbe essere interessata da altri outburst''.

Questo 2013 si chiuderà in compagnia di due splendidi pianeti, Venere e Giove: dopo la Luna, saranno i due oggetti celesti più luminosi del cielo notturno. Venere brillerà appena dopo il tramonto in direzione Ovest, mentre Giove sorgerà a Est in prima serata e rimarrà visibile per quasi tutta la notte.

Da non dimenticare infine le stelle cadenti d'inverno, le Geminidi, comparabili per quantità e brillantezza alle Perseidi di agosto. ''Le circostanze con cui potremo osservarle quest'anno non sono favorevoli - spiega la Uai - dato che la maggior frequenza dovrebbe verificarsi nelle ore diurne del 13 dicembre''. Si potranno comunque ottenere osservazioni utili soprattutto nella seconda parte della notte del 12-13 dicembre. sia dopo la mezzanotte del 13-14 dicembre, quando cesserà il disturbo della Luna e il radiante sarà più alto sull'orizzonte.

''Generalmente - prosegue la Uai - producono frequenze orarie abbastanza sostenute: nei tre giorni intorno al massimo sarà possibile osservarne più di una ventina all'ora e nella fase del massimo un numero superiore al centinaio''.


www.ansa.it/scienza

Cinque pianeti 'umidi' lontani dal Sistema Solare

Il telescopio spaziale Hubble ha scoperto tracce di acqua nell'atmosfera di cinque pianeti esterni al Sistema Solare (fonte: NASA's Goddard Space Flight Center)  
Il telescopio spaziale Hubble ha scoperto tracce di acqua nell'atmosfera di cinque pianeti esterni al Sistema Solare (fonte: NASA's Goddard Space Flight Center)
 
 
Ci sono tracce di acqua nell'atmosfera di cinque pianeti lontani dal Sistema Solare: la scoperta, pubblicata sull'Astrophysical Journal, si deve ai dati inviati a Terra dal telescopio spaziale Hubble, i cui dati hanno permesso per la prima volta di misurare e confrontare la firma, su mondi diversi, di questo elemento indispensabile alla vita.

I cinque pianeti (che si chiamano Wasp-17b, HD209458b, Wasp-12b, Wasp-19b e XO-1b) orbitano tutti vicino alle loro stelle e sono dei giganti simili a Giove. Sono quindi ben lontani dall'essere mondi rocciosi confrontabili alla Terra. La presenza dell'acqua è evidente in tutti, ma è particolarmente evidente in HD209458b. Per il coordinatore della ricerca, il planetologo Avi Mandell, Centro Goddard della Nasa, ''questo risultato apre le porte alla possibilità di confrontare l'acqua presente nell'atmosfera di pianeti di tipo diverso, dai mondi più freddi ai più caldi''.

La ricerca è stata condotta nell'ambito del censimento dei pianeti esterni al Sistema Solare e della loto atmosfera, coordinato da L. Drake Deming, dell'università del Maryland in College Park. Per individuare la presenza dell'acqua nell'atmosfera è stato utilizzato lo strumento del telescopio Hubble in grado di rilevare immagini nell'infrarosso.

''Analizzare l'atmosfera di un pianeta esterno al Sistema Solare è molto difficile, ma siamo riusciti ad ottenere segnali molto chiari'', ha detto Deming. Per Heather Knutson, del California Institute of Technology (Caltech), la cosa importante che emerge dalla ricerca è che ''i pianeti con un'atmosfera umida potrebbero essere molto più comuni di quanto si sia ritenuto finora''.

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