sexta-feira, 11 de julho de 2014

Cientistas decifram como se forma a misteriosa poeira interestelar

Da EFE Berlim

Uma equipe de astrônomos conseguiu esclarecer pela primeira vez a formação da poeira interestelar, um processo que acontece após as supernovas e sobre o qual os analistas não tinham decifrado praticamente nada até o momento.
O estudo, publicado na linha na revista científica "Nature", constata que os primeiros instantes após a explosão de uma supernova são fundamentais para a formação da poeira cósmica.
O estudo se baseia no acompanhamento a "tempo real" de uma supernova "excepcionalmente brilhante" denominada SN2010jl, fruto da morte de uma grande es
O estudo se baseia no acompanhamento a "tempo real" de uma supernova "excepcionalmente brilhante" denominada SN2010jl, fruto da morte de uma grande estrela na pequena galáxia UGC 5189A, a 163 milhões de anos luz da terra, na constelação de Leo. EFE/Arquivo
Neste momento se forma rapidamente "partículas de poeira com diâmetro superior a 0,001 milímetros" a partir do material que a "estrela expeliu ao espaço, inclusive antes de explodir", segundo os cientistas comprovaram com o telescópio de grandes dimensões VLT do Observatório Europeu Austral (ISSO), situado em Paranal (Chile).
"Embora ainda muito pequenas para os padrões humanos, esta é uma grande magnitude para uma partícula de poeira cósmica", explicou o ISSO em um comunicado.
O Observatório afirmou que estas dimensões "surpreendentemente grandes" são as que permitem à poeira interestelar "sobreviver no violento e adverso entorno" após a explosão.
O estudo se baseia no acompanhamento a "tempo real" de uma supernova "excepcionalmente brilhante" denominada SN2010jl, fruto da morte de uma grande estrela na pequena galáxia UGC 5189A, a 163 milhões de anos luz da terra, na constelação de Leo.
O grupo de cientistas registrou dez "instantâneas" da explosão da supernova ao longo de mais de dois anos com um espectrógrafo para acompanhar a evolução do processo.
Até agora, os astrônomos acreditavam que as supernovas eram a principal fonte de produção de poeira cósmico, especialmente nos início do universo, mas desconheciam como as partículas se condensavam e se desenvolviam.


Chiarito il mistero della polvere cosmica

Svelato il mistero della formazione della polvere cosmica nelle galassie. Un gruppo di astronomi coordinato dall'università danesedi Aarus, seguendo in tempo reale la 'genesi' di questo materiale stellare dopo l'esplosione della supernova SN2010jl mentre si stava lentamente spegnendo, ha mostrato per la prima volta come queste fabbriche di polvere cosmica costruiscano i grani di polvere con un processo in due tempi, che inizia subito dopo l'esplosione, ma continua per anni. Una scoperta possibile grazie alle osservazioni compiute con il telescopio Vlt (Very Large Telescope) dell'Eso (European Southern Observatory) in Cile, come spiega lo studio pubblicato sulla rivista Nature.

Finora l'origine della polvere cosmica era oscura. Gli astronomi sanno infatti che le supernovae potrebbero essere la sorgente primaria della polvere, specialmente nell'Universo primordiale, ma non era ancora chiaro come e dove si condensassero e crescessero i grani di polvere, e nemmeno come questi riuscissero a non essere distrutti nell'ambiente ostile di una galassia con elevata formazione stellare. Ora il mistero è stato chiarito grazie alle osservazioni della supernova fatte con lo spettrografo X-shooter, per nove volte nei mesi successivi all'esplosione e per una decima volta 2,5 anni dopo l'esplosione.

I ricercatori hanno scoperto che la formazione della polvere inizia subito dopo l'esplosione, continua per un lungo periodo, e che i grani di polvere più grandi di un millesimo di millimetro di diametro si sono formati rapidamente nel materiale denso che circonda la stella. Anche se molto piccola per i nostri standard umani, si tratta di una dimensione molto grande per la polvere cosmica e questo formato così sorprendentemente grande serve ai grani per resistere ai processi distruttivi.

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Nei buchi neri il segreto dell'evoluzione delle galassie


E' nelle grandi quantità di gas espulse dai buchi neri la chiave per capire l'evoluzione delle galassie e per riuscire a prevedere quale sarà il futuro della Via Lattea. Alla ricerca, coordinata dall'università britannica di Sheffield e pubblicata sulla rivista Nature, ha collaborato l'italiana Raffaella Morganti, del Kapteyn Institute dell'università olandese di Groningen.

I giganteschi buchi neri che si trovano al centro di alcune galassie scagliano verso l'esterno massicci getti di idrogeno molecolare, espellendo in questo modo dalle galassie molti dei gas freddi necessari alla formazione di nuove stelle e influenzandone l'evoluzione. Era noto che u getti di gas giocano un ruolo essenziale nell'evoluzione delle galassie, ma finora non era affatto chiaro come venissero accelerati. 

A trovare la risposta è stato il gruppo di ricerca coordinato da Clive Tadhunter, grazie alle osservazioni compiute con il Vlt (Very Large Telescope) dell'Eso (European Southern Observatory) in Cile. Osservando la galassia IC5063, i ricercatori hanno scoperto che questi flussi di gas vengono espulsi da superbuchi neri e accelerati da getti di elettroni, la cui forza imprime alle molecole la straordinaria velocità di un milione di chilometri orari. 

Un risultato che fa comprendere meglio anche il possibile destino della nostra galassia, la Via Lattea, che entrerà in collisione con la sua 'vicina di casa', Andromeda, tra circa 5 miliardi di anni. Dallo scontro le fuoriuscite di gas spinte fuori dai superbuchi neri espelleranno il gas fuori dal sistema, in modo simile a quanto osservato ora nella galassia IC 5063, evitando la formazione di nuove stelle e la crescita di galassia neonate.


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Un'estate con tre super Lune

Non una, ma ben tre saranno le 'super Lune' in arrivo quest'estate. La prima debutterà sabato 12 luglio, quando si verificherà la coincidenza per cui la Luna diventa piena quando si trova al suo perigeo, cioè alla distanza minima dalla Terra, e quindi appare più vicina.

Un fenomeno che però rovinerà la 'festa' degli appassionati di stelle, visto che, oltre al 9 settembre, si verificherà anche il 10 agosto, oscurando le stelle cadenti della notte di San Lorenzo. 

Come spiega Paolo Volpini dell'Unione Astrofili Italiani, ''quello della super Luna è un fenomeno poco visibile a occhio nudo, ma è più percepibile con le fotografie fatte in corrispondenza di apogeo e perigeo. La super Luna maggiore sarà comunque quella del 10 agosto''. 

Il fenomeno in arrivo è diverso da quello della 'luna ambrata' vista a giugno, dovuto soprattutto alle condizioni atmosferiche. Si verifica perchè la Luna in un mese non percorre un'orbita circolare, ma ellittica, e quindi nell'arco di un mese non si trova sempre alla stessa distanza dalla Terra, ma ad una distanza variabile tra un valore minimo (il perigeo, appunto, a circa 356.410 chilometri) ed un valore massimo (l'apogeo a circa 406.740 chilometri). 

La particolarità che dà origine alla 'super Luna' è che si ha la coincidenza della Luna piena con il momento del perigeo, cosa che la fa apparire del 14% più grande e del 30% più luminosa. L'unico effetto fisico prodotto sulla Terra sarà un aumento di 15 centimetri del dislivello tra la bassa marea e l'alta marea.



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