sexta-feira, 22 de agosto de 2014

Scoperta la firma di una delle prime stelle




Rappresentazione artistica di un ammasso delle prime stelle nate nell'universo (fonte: National Astronomical Observatory of Japan)


E' stata scoperta la firma di una delle prime stelle, 'accesa' immediatamente dopo il Big Bang. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, è già considerata un'impresa senza precedenti nel campo della cosiddetta 'archeologia stellare' ed è il risultato di una collaborazione internazionale guidata dall'Osservatorio di Tokyo. 


Coordinati da Wako Aoki, i ricercatori hanno ricostruito le caratteristiche di quella stella antichissima, scoprendo che era gigantesca, con una massa pari a 140 volte quella del nostro Sole. Tutto ciò che resta di essa sono le tracce di 13 elementi metallici individuati in un'altra stella chiamata Sdss J0018-0939.
Il risultato conferma le ipotesi finora formulate sulla base dei modelli matematici, secondo i quali le stelle della prima generazione formata subito dopo il Big Bang avevano masse di centinaia di volte rispetto a quella del Sole. Sempre secondo questa ipotesi, con il tempo le prime stelle si sarebbero trasformate in supernovae esplodendo in maniera violenta.



Le prime conferme di questa teoria arrivano adesso, grazie alle osservazioni compiute negli Stati Uniti, grazie al programma Sloan Digital Sky Survey, ed in Giappone con il telescopio Subaru. I dati indicano che la stella Sdss J0018-0939, inizialmente povera di metalli, sarebbe stata arricchita in tempi remoti dall'esplosione nelle sue vicinanze di una supernova che avrebbe così lasciato la sua 'firma'.


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Il Sole si 'risveglia', dopo un lungo silenzio



L'eruzione solare che ha disturbato le trasmissioni radio a bassa frequenza nell'emisfero Nord (fonte: NASA/SDO)

Dopo settimane di calma piatta il Sole si è improvvisamente risvegliato con un'eruzione che nell'emisfero Nord ha provocato disturbi nelle trasmissioni radio, fortunatamente superati in breve tempo.

E' stato il satellite Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa ad osservare la ripresa dell'attività del Sole, individuando la macchia AR2149, che ha provocato un'eruzione di media intensità scagliando verso la Terra uno sciame di particelle elettricamente cariche. Secondo gli esperti dell'Agenzia statunitense per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) l'attività del Sole potrebbe continuare anche nei prossimi giorni.

''Potrebbe anche intensificarsi, ma non ci sono ancora indicazioni precise in questo senso", ha commentato Mauro Messerotti, dell'Osservatorio Astronomico di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). ''In questo periodo - prosegue - l'attività solare non è stata molto intensa e per comprendere meglio l'evolversi della situazione bisognerà aspettare e vedere come si svilupperanno gli eventi. Al momento, comunque, non c'è nessun allarme".


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