domingo, 12 de julho de 2015

Fotografato un 'bersaglio' cosmico

A destra il 'bersaglio' disegnato dai raggi X, con il buco nero al centro. Il suo diametro appare inferiore a quello della Luna (fonte: a sinistra NASA's Scientific Visualization Studio, Andrew Beardmore (Univ. of Leicester); a destra, NASA/Swift)
A destra il 'bersaglio' disegnato dai raggi X, con il buco nero al centro. Il suo diametro appare inferiore a quello della Luna (fonte: a sinistra NASA's Scientific Visualization Studio, Andrew Beardmore (Univ. of Leicester); a destra, NASA/Swift)
Sembra un bersaglio sospeso nell’universo, ma è il buco nero V404 Cygni, il più attivo mai visto nella nostra galassia. Si trova al centro dei cerchi concentrici fotografati dal satellite Swift, prodotti dalla 'eco' dei raggi X generati dal buco nero mentre 'divora' una stella simile al Sole. La sequenza di foto fatte in giorni diversi si deve ai ricercatori guidati da Andrew Beardmore, dell'università britannica di Leicester.

Visto con il telescopio spaziale a raggi X della Nasa Swift, realizzato in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Consiglio britannico per le ricerche di Astronomia e Fisica delle particelle (Pparc), sono visibili degli anelli concentrici che si estendono per circa un terzo della dimensione apparente della luna piena. 


La sequenza delle foto mostra l'espansione e la dissolvenza graduale degli anelli, un fenomeno che potrebbe essere dovuto a una sorta di eco prodotta dall'incontro dei raggi X con le polveri che circondano il buco nero. 

V404 Cygni, che in questi giorni è l'oggetto più 'brillante' della Via Lattea, è in realtà un sistema binario composto da una stella grande come il nostro Sole e chiamata V404 Cygni e dal buco nero GS2023+338, la cui massa è 10 volte superiore a quella del Sole. Si tratta del buco nero conosciuto più vicino alla Terra, distante 8.000 anni luce, e la sua scoperta risale al 1989, quando attraversò un periodo di attività. Da allora è rimasto spento, scomparendo completamente alla vista dei nostri telescopi fino allo scorso 15 giugno.


www.ansa.it

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