segunda-feira, 1 de junho de 2015

Hubble scopre l'origine dei getti di materia dei buchi neri

Hubble scopre l'origine dei getti di materia dei buchi neri (fonte: NASA/ESA/STScI)


Immagini straordinarie del telescopio spaziale Hubble hanno permesso di risolvere il mistero dei potentissimi getti di materia emessi dai buchi neri al centro di alcune galassie a velocità prossime a quelle della luce. Analizzati da un gruppo di astrofisici coordinati da Marco Chiaberge, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), i dati di Hubble indicano che questi fenomeni cosmici hanno origine in galassie che si sono fuse con altre galassie. Pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal, allo studio ha partecipato anche un altro italiano, Roberto Gilli, dell'Inaf.

I ricercatori hanno passato al setaccio galassie fotografate dal telescopio spaziale Hubble della Nasa e dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Non sono galassie comuni perché i loro nuclei sono molto luminosi e per questo vengono definite Nuclei Galattici Attivi. Questa luminosità proverrebbe dalla enorme quantità di materia che precipitando verso il grande buco nero al centro della galassia si riscalda ed emette un intenso flusso di radiazione elettromagnetica. Alcune di queste galassie emettono potenti getti di materia che si propagano per migliaia di anni luce nello spazio e in direzioni opposte, con velocità vicine a quella della luce. Inoltre, l'interazione fra le particelle cariche e il campo magnetico nei getti produce intense emissioni di onde radio. 

''Abbiamo scoperto che quasi tutte le galassie che presentano grandi quantità di emissioni radio, e quindi dotate di getti, hanno sperimentato processi di fusione'' rileva Chiaberge, che lavora anche negli Stati Uniti allo Space Telescope Science Institute e alla Johns Hopkins University. Secondo i ricercatori, dalla collisione tra due galassie che hanno al centro un buco nero, si può generare un buco nero massiccio che produce getti di materia quando questo, nel processo di fusione, acquista una elevata velocità di rotazione. Un'accelerazione che produrrebbe un eccesso di energia sufficiente per alimentare i getti.


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Su Marte aurore azzurre e luminose

La simulazione delle aurore azzurre di Marte nella Planeterella (fonte: D. Bernard/IPAG — CNRS)


Il cielo di Marte è colorato da aurore spettacolari, azzurre e molto luminose. A prevedere il fenomeno, visibile a occhio nudo nell'emisfero Sud marziano e per la prima volta su un pianeta diverso dalla Terra, sono i dati della sonda dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) Mars Express, confermati dalla missione Maven della Nasa.

Perciò se in futuro un astronauta camminasse sul suolo rosso in prossimità del Polo Sud di Marte, alzando gli occhi vedrebbe il cielo colorarsi di luci azzurre, rosse e verdi. Pubblicato sulla rivista Planetary and Space Science, il risultato si deve alla collaborazione fra Nasa, Istituto di Planetologia e astrofisica di Grenoble (Ipac), Esa e università finlandese di Aalto. Azzurro e blu sono i colori prevalenti nelle aurore marziani ma, come accade anche sulla Terra, ci sono anche sfumature verdi e rosse.

E proprio come sulla Terra, a provocare le aurore è l'impatto delle particelle cariche provenienti dal Sole con quello che resta del campo magnetico di Marte. Rispetto a 3,5 milioni di anni fa, di esso non restano che dei frammenti, chiamati 'anomalie magnetiche crostali' e concentrati nell'emisfero meridionale. I ricercatori hanno utilizzato uno dei 17 'simulatori di aurore' esistenti al mondo, chiamati 'Planeterelle'. Sono sfere nelle quali è possibile riprodurre tutte le caratteristiche dell'atmosfera, dalla densità alla composizione, così come l'intensità di un campo magnetico e l'impatto di uno sciame di particelle cariche.

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Venere e Giove si avvicinano nel cielo di giugno

Luna al crepuscolo con Venere (accanto) e Giove (in alto) (fonte: Mariom990)



Venere e Giove sono i protagonisti del cielo di giugno, che li vedrà avvicinarsi progressivamente, fino alla spettacolare congiunzione attesa per il primo luglio. Continuerà a dare spettacolo anche Saturno, mentre c'è l'incognita della cometa Q1 Panstarrs, davvero difficile da osservare. Torneranno invece ad essere visibili i passaggi della Stazione Spaziale Internazionale.

Mentre lo scorso anno la congiunzione Venere-Giove era avvenuta prima dell'alba, l'Unione Astrofili Italiani (Uai) rileva che quest'anno si potranno osservare comodamente i due pianeti poco dopo il tramonto.

Dal 3 al 26 giugno Venere attraverserà la costellazione del Cancro fino a raggiungere Giove nel Leone. Dopo alcuni mesi di ottima osservabilità del pianeta più luminoso, l'altezza di Venere sull'orizzonte occidentale comincerà a decrescere rapidamente, anticipando così l'orario del tramonto di oltre un'ora. Gli ultimi giorni del mese Venere sarà nel Leone, sempre più vicinO a Giove, con il quale sarà protagonista di una spettacolare congiunzione all'inizio di luglio.

Saturno continua ad essere osservabile in condizioni ottimali, nella Bilancia. Dopo il tramonto si può individuare facilmente, guardando a Sud-Sud-Est nelle prime ore della sera. Intorno alla mezzanotte culmina a Sud e raggiunge la massima altezza sull'orizzonte: questo il momento ideale per osservarlo, in particolare per chi può utilizzare un telescopio per ammirare gli splendidi anelli. Nella seconda parte della notte lo si può seguire a Sud-Ovest, sempre più basso sull'orizzonte. 

In giugno è attesa anche la seconda cometa luminosa delle tre previste per quest'anno. Dopo la C/2014 Q2 Lovejoy è la volta della C/2014 Q1 Panstarrs, anche se vederla non sarà affatto facile. Bisogna infatti cercarla a ridosso dell'orizzonte e quando il cielo non è ancora completamente buio. Sarà possibile farlo a partire dalla metà di giugno, puntando il telescopio verso l'orizzonte di Nord-Est.

Nel cielo di giugno, infine, si potrà vedere ancora sfrecciare la Stazione Spaziale, a bordo della quale si trova ancora l'astronauta Samantha Cristoforetti. Se in maggio era possibile vederla passare soltanto prima dell'alba, a partire dal primo giugno sono previsti diversi passaggi nelle ore serali.


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