terça-feira, 10 de maio de 2016

'Matrioske' cosmiche fanno luce sull'energia oscura

Dalle 'matrioske' cosmiche nuova luce sull'energia oscura (fonte: X-ray: NASA/CXC/Univ. of Alabama/A. Morandi et al; Optical: SDSS, NASA/STScI)Dalle 'matrioske' cosmiche nuova luce sull'energia oscura (fonte: X-ray: NASA/CXC/Univ. of Alabama/A. Morandi et al; Optical: SDSS, NASA/STScI)
'Matrioske' cosmiche potrebbero far luce sull'energia oscura, l'enigmatica forma di energia che spinge l'universo ad espandersi. Sono gli ammassi di galassie, strutture che si ripetono identiche a se stesse su scale differenti. Lo indica lo studio pubblicato dall'italiano Andrea Morandi, dell'università dell'Alabama, sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Le galassie non sono strutture solitarie, ma 'convivono' spesso con molte altre galassie vicine formando delle grandi strutture dette ammassi, che possono essere più o meno grandi. A loro volta gli ammassi possono formare strutture ancora più complesse, chiamate superammassi.

"In questo senso gli ammassi possiamo considerarli come delle matrioske, con i più piccole che hanno una forma simile a quella dei più grandi", ha spiegato Morandi. "Sapendolo - ha proseguito - possiamoconfrontarli e determinare accuratamente la loro distanza anche a miliardi di anni luce". Un dato che i ricercatori possono sfruttare per svelare uno grande enigma cosmologico: dove si nasconde l'energia che sembra 'soffiare' l'universo spingendolo ad accelerare. 

Grazie alle 'matrioske' i ricercatori hanno così ideato un nuovo modo per misurare quanto velocemente l'universo si stia espandendo e se questa velocità sia cambiata nel corso di miliardi di anni. I primi dati, ottenuti misurando le distanze di 320 ammassi galattici, hanno portato alla conclusione che l'energia oscura si comporti come la cosiddetta costante cosmologica prevista da Albert Einstein.

"La natura dell'energia oscura è uno dei più grandi misteri della fisica - ha spiegato Morandi - e per questo è fondamentale inventare nuovi strumenti per studiarne le proprietà. Crediamo che la nuova tecnica abbia le possibilità di far fare un grande passo in avanti in questa direzione".

www.ansa.it

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