quinta-feira, 28 de julho de 2016

Giove ha la 'febbre', colpa della sua Grande Macchia Rossa

Rappresentazione artistica del meccanismo con cui la Grande Macchia Rossa di Giove riscalda l'atmosfeta del pianeta (fonte: Karen Teramura, James O’Donoghue e Luke Moore)Rappresentazione artistica del meccanismo con cui la Grande Macchia Rossa di Giove riscalda l'atmosfeta del pianeta (fonte: Karen Teramura, James O’Donoghue e Luke Moore)
La gigantesca macchia rossa di Giove, formata dalla più grande tempesta del Sistema Solare, potrebbe essere la misteriosa fonte di energia che riscalda la parte superiore dell'atmosfera portandola a temperature insolitamente elevate. Lo indica uno studio del Centro di fisica spaziale dell'Università di Boston: pubblicato sulla rivista Nature, potrebbe aiutare a decifrare altre situazioni simili presenti su Saturno, Urano, Nettuno e probabilmente su tutti i pianeti giganti esterni al Sistema solare.

Giove fa dunque da apripista con la sua Grande Macchia Rossa, un vastissimo uragano perenne formato da gas colorati che ruotano vorticosamente su loro stessi completando un giro in sei giorni terrestri. ''La Grande Macchia Rossa è un'incredibile fonte di energia per scaldare la parte superiore dell'atmosfera di Giove, ma finora non avevamo prove del suo reale effetto'', spiega il co-autore dello studio, Luke Moore. Per capire da dove nascesse la 'febbre' misurata sulla 'fronte' di Giove, i ricercatori hanno deciso di mappare la distribuzione del calore sull'intero pianeta, alla ricerca di anomalie che potessero svelare l'origine di tutta quell'energia, troppo elevata per provenire esclusivamente dal Sole.

''Abbiamo visto praticamente subito che le temperature più elevate alle alte altitudini si trovavano in corrispondenza della Grande Macchia Rossa: una strana coincidenza o un indizio importante?'', si chiede il coordinatore dello studio, James O'Donoghue. ''Il trasferimento di energia dal basso verso la parte alta dell'atmosfera dei pianeti finora è stata solamente simulata, ma non è ancora sostenuta da osservazioni'', aggiunge il ricercatore. ''Le temperature estremamente alte osservate sopra la grande tempesta sembrano però essere la 'pistola fumante' di questo trasferimento di energia''.

www.ansa.it

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