quinta-feira, 26 de maio de 2016

Buchi neri e materia oscura fatti della 'stessa pasta'

Rappresentazione grafica delle irregolarità 'inspiegabili' del fondo di radiazione cosmica (fonte: NASA/JPL-Caltech/A. Kashlinsky, Goddard)Rappresentazione grafica delle irregolarità 'inspiegabili' del fondo di radiazione cosmica (fonte: NASA/JPL-Caltech/A. Kashlinsky, Goddard)
I due lati più misteriosi dell'universo, ossia i buchi neri e la materia oscura e invisibile che lo occupa per il 25%, potrebbero esser fatti della stessa 'pasta': i buchi neri primordiali, nati nel primo secondo dopo il Big Bang, potrebbero essere la materia oscura. L'ipotesi, pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters, mette d'accordo dati finora inspiegabili, come quelli relativi alle collisioni fra buchi neri alla base della scoperta delle onde gravitazionali e alla radiazione cosmica di fondo nell'infrarosso e ai raggi X. 

A formulare la teoria è l'astrofisico Alexander Kashlinsky, del Centro Goddard della Nasa, che ha analizzato che cosa sarebbe successo se la materia oscura fosse costituita da buchi neri simili a quelli rilevati dalle antenne di Ligo, lo strumento che per primo ha 'visto' le onde gravitazionali nate dallo scontro fra due buchi neri giganteschi. Questi ultimi, secondo Kashlinsky, potrebbero avere molto in comune con quelli nati poco dopo il Big Bang. Anzi, potrebbero essere proprio due buchi neri primordiali e potrebbero essere l'invisibile materia oscura, che finora è stata rilevata solo dai suoi effetti gravitazionali sulla materia visibile. 



Da anni si inseguono ipotesi sulla composizione della materia oscura: le possibili particelle di cui potrebbe essere fatta sono numerose e diverse, ma nessuna di esse è mai stata vista finora. L'ipotesi di Kashlinsky si aggiunge così alle tante, possibili, spiegazioni sulla natura della materia invisibile cinque volte più abbondante di quella ordinaria, di cui sono fatti le stelle, i pianeti e il mondo in cui viviamo. Secondo Kashlinsky, se i buchi neri primordiali fossero la materia oscura, avrebbero influenzato la distribuzione della massa nel giovane universo, aggiungendo una piccola fluttuazione che avrebbe avuto conseguenze centinaia di milioni di anni più tardi, con la nascita delle prime stelle e quindi della materia visibile.

''Nei primi istanti dopo il Big Bang la materia si sarebbe distribuita con maggiore densità in zone che avrebbero generato i buchi neri primordiali'', ha detto Enzo Brocato dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Questi buchi neri, ha spiegato, avrebbero agito come 'buche gravitazionali' che avrebbero permesso al gas circostante di accumularsi in sacche che poi sono collassate formando le prime stelle.

Questo processo avrebbe prodotto le irregolarità osservate nella radiazione cosmica di fondo nell'infrarosso e ai raggi X, finora erano rimaste inspiegabili. E' una ipotesi interessante, ha aggiunto, ma deve essere verificata con le future misure di Ligo e dell'altro cacciatore di onde gravitazionali, l'italo-francese Virgo, perché ''è importante trovare altri buchi neri di questo tipo, vedere come sono distribuiti e se sono all'interno di galassie o meno''.


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La Nasa si prepara a raggiungere un asteroide

Mentre la Nasa si prepara a lanciare la misisone Osiris-Rex, un miliardario appassionato di astronomia demolisce i calcoli dell'agenzia spaziale Usa sugli asteroidi (fonte: NASA/JPL-Caltech)Mentre la Nasa si prepara a lanciare la misisone Osiris-Rex, un miliardario appassionato di astronomia demolisce i calcoli dell'agenzia spaziale Usa sugli asteroidi (fonte: NASA/JPL-Caltech)
Il prossimo 8 settembre la Nasa si prepara a lanciare la missione Osiris-Rex per raggiungere l'asteroide Bennu nel 2018, prelevare 60 grammi di materiale di quel fossile cosmico e portarli a Terra nel 2023. Ma intanto il miliardario appassionato di tecnologia e dinosauri Nathan Myhrvold pubblica sul sito arXiv un articolo nel quale demolisce tutte le misure sugli asteroidi fatte dall'agenzia spaziale americana con il telescopio spaziale Wise e con la successiva missione NeoWise, segnalando ''un'irregolarità dopo l'altra''.

Secondo Myhrvold la Nasa avrebbe commesso errori ''fondamentali'' nella valutazione delle dimensioni di oltre 157.000 asteroidi vicini alla Terra (Neo). Sulla base dei modelli che egli stesso avrebbe elaborato, Myhrvold rileva inesattezze nei calcoli del diametro degli asteroidi che vanno dal 30% e al 300%. I ricercatori della Nasa respingono le accuse e affermano che i dati sono coerenti con le misure ottenute con altri due telescopi a infrarossi: il giapponese Akari e Iras, nato dalla collaborazione tra Usa, Regno Unito e Paesi Bassi.

''Misure di questo tipo non sono facili perché si tratta di stime indirette e fare degli errori è possibile, ma accusare la Nasa in questo modo mi sembra ingeneroso'', ha detto Ettore Perozzi, responsabile delle operazioni presso il Centro coordinamento sui Neo dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa).

''Solo sul 10% di Neo conosciuti si possono fare misure più raffinate - ha aggiunto - e qualsiasi sforzo per alzare questa percentuale è il benvenuto''. In genere la stima delle dimensioni degli asteroidi è basata sulla luminosità, che fornisce indicazioni su composizione e diametro, oppure si basa sul calore che questi piccoli corpi celesti emettono. Secondo Perozzi un modo per calibrare i modelli e per verificare se una certa composizione corrisponde a una certa luminosità è analizzare direttamente un campione, come si prepara a fare la Nasa con la missione Osiris-Rex.

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L'Italia 'spalancherà' il più grande occhio del mondo

Progetto del super telescopio E-elt (fonte: ESO)Progetto del super telescopio E-elt (fonte: ESO)
L'Italia si è aggiudicata la commessa di circa 400 milioni di euro per la costruzione della cupola e della struttura di supporto del super telescopio E-Elt (European Extremely Large Telescope), il più grande e potente telescopio ottico e all'infrarosso mai realizzato, gestito dallo European Southern Obervatory (Eso). Frutto della competenza nell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e in fase di costruzione sulle Ande cilene, E-elt sarà completato dal consorzio di aziende ACe, con Astaldi, Cimolai e gruppo Eie come subcontraente. 

Il contratto è stato firmato in Germania, a Garching, dal direttore generale dell'Eso, Tim de Zeeuw, dal presidente di Astaldi, Paolo Astaldi, e dal presidente di Cimolai, Luigi Cimolai. Presenti alla firma il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, il Console Generale d'Italia a Monaco, Renato Cianfrani. Presenti inoltre il presidente dell'Inaf, Nicolò D'Amico, e Matteo Pardo, addetto scientifico presso l'Ambasciata Italiana a Berlino.



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